“Papà, davvero tu una volta andavi in ufficio?” si legge in una vignetta che viaggia sui social in questo periodo. Davvero il futuro ci vedrà impiegati alla nostra scrivania di casa?
Il lockdown ha rivoluzionato il mondo del lavoro e introdotto in breve tempo un cambiamento che sembra destinato a mettere radici; i vantaggi per le aziende e i dipendenti sono diversi, confermati da tanti studi, oltre che dai risultati.
Lo smart working in Italia, prima dell’emergenza Covid, aveva numeri ridotti. Da uno studio del Politecnico di Milano* risulta che, tra la fine del 2019 e il secondo trimestre del 2020, i lavoratori in modalità agile siano passati da 510 mila a 2 milioni circa.
È successo tutto in fretta, con l’urgenza di tutelare la salute di tutti: molte aziende non erano pronte a organizzare il lavoro in modo diverso, molti dipendenti non lo erano a gestire una nuova quotidianità lavorativa e domestica allo stesso tempo.
Difficoltà e problemi iniziali a parte, un lavoro agile ben organizzato è vincente. Questi i vantaggi*:
- aumento della produttività in media del 15%*. Lo smart worker ha più flessibilità nell’organizzare la giornata lavorativa, può conciliare impegni e vita privata, e soprattutto chi risiede nelle grandi città o è pendolare ha più tempo a disposizione, non dovendo raggiungere l’ufficio;
- aumento del benessere del dipendente, che in genere da casa lavora meglio;
- diminuzione dell’assenteismo del 20%*;
- riorganizzazione degli spazi aziendali, con risparmio anche energetico;
- impatto positivo sull’ambiente, vista la diminuzione del traffico e, di conseguenza, dell’inquinamento;
A fianco di questi vantaggi, lo smart working presenta anche alcuni svantaggi, dati dal fatto che in Italia la velocità di passaggio da un tipo di lavoro all’altro, ha creato qualche problema in più rispetto ad altri paesi dove la possibilità di lavoro da casa era già consolidata. Questi gli svantaggi registrati**:
- difficoltà nel conciliare lavoro e vita personale. Durante il lockdown, con scuole di ogni grado chiuse, la quotidianità è diventata un tour de force per molte famiglie con bimbi piccoli, soprattutto se entrambi i genitori lavoravano da casa;
- iperconnessione: la reperibilità continua ha causato un aumento dello stress e dei malesseri collegati, come mal di testa e insonnia;
- necessità di supporti tecnologici adeguati: in molti hanno dovuto acquistare nuovi computer e dotarsi di connessioni efficienti;
- diminuzione dello scambio d’informazioni e di confronto reciproco, fondamentale per qualsiasi attività;
- scetticismo nei confronti dello smart working.
Come migliorare l’esperienza di smart working
In attesa di una legge ad hoc, che ne regoli tutti gli aspetti, sono necessari:
- un’organizzazione ottimale del lavoro da parte dell’azienda (lavoro a progetti), e del dipendente (gestione del tempo);
- adeguati strumenti di connessione e condivisione delle informazioni (frequenti mail, videochiamate, occasioni di confronto diretto);
- fiducia nei confronti di chi lavora da casa.
Fiducia, condivisione, partecipazione, gratificazione: non sono solo parole, ma sono energia pura per ottenere grandi risultati raggiungibili se chi lavora da casa si sente parte di parte di una grande famiglia impegnata a raggiungere un obiettivo comune.
Mai come quest’anno è necessario dire “grazie per il tuo impegno”, nonostante le difficoltà ed esprimere un piccolo gesto di gratitudine.
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* Dati Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano – ottobre 2019 –
** Ricerca “Technology and the Evolving World of Work”, promossa da Lenovo, riportata da Corriere della Sera Tecnologia in data15/07/2020
Liberamente ispirato da:
https://www.adamiassociati.com/vantaggi-smart-working/ https://www.corriere.it/tecnologia/20_luglio_15/mondo-smart-working-tempi-coronavirus-ricerca-lenovo-84cedd3c-c685-11ea-a52c-6b2a448f1d2c.shtml
